Caro Editore:

Potresti spiegare la differenza tra punto di vista e prospettiva nella narrativa? -James K.

Per come la vedo io, il punto di vista si riferisce al formato che l’autore ha scelto per la narrazione (chi sta parlando), mentre la prospettiva si riferisce alla visione del mondo di un personaggio (come si sente e pensa). La maggior parte dei romanzi sono scritti da un POV in prima o in terza persona. Scrivere in seconda persona è difficile da realizzare nella narrativa.

Una narrazione in prima persona può essere intima perché il lettore sa cosa prova e crede il narratore. Può essere però limitante, perché il narratore può avere una visione sbilanciata delle cose e può non essere bravo a caratterizzarsi.

Le narrazioni in terza persona possono essere limitate (il punto di vista di un personaggio prevale per tutta la storia) o onniscienti (ci sono molti personaggi, e il narratore sa tutto di loro, passato, presente e futuro). Quest’ultimo riduce l’intimità del narratore con il lettore, ma le dà la libertà di interpretare l’importanza degli eventi, così come le reazioni dei personaggi ad essi.

Che tu scelga un punto di vista in prima o in terza persona, è essenziale conoscere bene la prospettiva di ciascuno dei tuoi personaggi. Cercate di camminare come loro e di parlare come loro. Avere una presa salda sulla prospettiva di ciascuno dei vostri personaggi può fare una grande differenza nel successo del vostro romanzo.

Betty Kelly Sargent è la fondatrice e CEO di BookWorks.

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