Grande macchia rossa

Nov 11, 2021

Grande macchia rossa, un enorme sistema di tempeste di lunga durata sul pianeta Giove e la caratteristica più evidente della sua superficie visibile delle nubi. È generalmente di colore rossastro, di forma leggermente ovale e larga circa 16.350 km (10.159 miglia), abbastanza grande da inghiottire la Terra. Si sposta in longitudine rispetto alle nuvole mentre Giove ruota, ma rimane centrata a circa 22° di latitudine S.

Great Red Spot

Un’immagine a colori reali della Grande Macchia Rossa di Giove scattata dalla sonda Juno.

NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Bjorn Jonsson

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La prima testimonianza della Grande Macchia Rossa è un disegno fatto nel 1831 dall’astronomo dilettante tedesco Samuel Heinrich Schwabe della “conca” in cui si trova la macchia. La Grande Macchia Rossa stessa è stata continuamente osservata dal 1878 quando fu descritta dall’astronomo americano Carr Walter Pritchett. Potrebbe essere la stessa tempesta della cosiddetta “Macchia Permanente” che fu scoperta nel 1665 dall’astronomo italiano Gian Domenico Cassini e vista per l’ultima volta nel 1713. Osservazioni e misurazioni dettagliate sono state fatte dalle navicelle Voyager e Galileo. Visto attraverso i telescopi dalla Terra, il suo colore varia di anno in anno dal rosso salmone al grigio, quando può confondersi indistintamente con la colorazione delle cinture di nuvole circostanti. Le immagini ad alta risoluzione delle navicelle spaziali hanno rivelato che lo strato di nuvole rosate della caratteristica può essere sovrapposto di tanto in tanto da nuvole bianche ad alta quota, producendo l’impressione grigia vista dalla Terra. Alla fine del XIX secolo la lunghezza della macchia era di circa 48.000 km (30.000 miglia), e da allora la macchia è andata riducendosi. La sonda Voyager ha misurato la lunghezza della macchia a 23.000 km (14.500 miglia) nel 1979. Dal 2012 la macchia è diventata più circolare e si è ridotta ad un ritmo più veloce di circa 900 km (580 miglia) all’anno.

La Grande Macchia Rossa di Giove (in alto a destra) e la regione circostante, vista dalla Voyager 1 il 1 marzo 1979. Sotto la macchia c’è uno dei grandi ovali bianchi associati alla caratteristica.

NASA/JPL

Meteorologicamente, la Grande Macchia Rossa è un sistema di circolazione anticiclonico, cioè un centro di alta pressione nell’emisfero meridionale del pianeta. Le telecamere delle sonde Voyager 1 e 2 hanno rivelato nel 1979 che l’intero sistema ruota in senso antiorario con un periodo di circa sette giorni, corrispondente a velocità del vento alla sua periferia di 400 km (250 miglia) all’ora. La fonte della colorazione rossa è sconosciuta; i suggerimenti vanno da composti di zolfo e fosforo a materiale organico, ognuno dei quali potrebbe essere prodotto da scariche di fulmini o da reazioni fotochimiche ad alta quota. La Grande Macchia Rossa si estende ben al di sopra dei principali strati di nubi di Giove.

Immagine a infrarossi a falsi colori della Grande Macchia Rossa e dei suoi dintorni, basata sulle osservazioni effettuate dalla sonda Galileo nel giugno 1996. I vari colori distinguono i dettagli visti da Galileo a tre diverse lunghezze d’onda infrarosse e forniscono informazioni sulle altitudini relative degli strati di nuvole. Il giallo e il giallo-verde della Grande Macchia Rossa indicano la sua proiezione al di sopra delle nuvole circostanti, mentre le regioni blu-viola identificano le aree di assottigliamento delle nuvole.

Foto NASA/JPL/Caltech (foto NASA # PIA00838)

La Grande Macchia Rossa non è ancorata a nessuna caratteristica della superficie solida – Giove è molto probabilmente fluido in tutto. Invece, potrebbe essere l’equivalente di un gigantesco uragano, alimentato dalla condensazione di acqua, ammoniaca o entrambe ai livelli più bassi dell’atmosfera di Giove. In alternativa, potrebbe trarre la sua energia dai vortici più piccoli che si fondono con esso o dalle correnti ad alta velocità su entrambi i lati di esso. La sua notevole longevità è senza dubbio un risultato delle sue dimensioni, ma una teoria esatta che spieghi sia la sua fonte di energia che la sua stabilità deve ancora essere sviluppata.

La Grande Macchia Rossa di Giove

La Grande Macchia Rossa di Giove e i suoi dintorni, fotografati dalla Voyager 1, il 25 febbraio 1979. Sono inclusi gli ovali bianchi, osservati fin dagli anni ’30, e le immense aree di turbolenza a sinistra della Grande Macchia Rossa.

Foto NASA/JPL/Caltech (NASA photo # PIA00014)

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