Smithfield

Dic 24, 2021

CAPITOLO XLII.

SMITHFIELD.

Fiera di Bartolomeo – Un torneo di sette giorni -Duelli e processi per ordalia a Smithfield – Istanze terribili dell’Odium Theologicum – La cameriera di Kent – Il resoconto di Foxe dei martiri di Smithfield – La forca di Smithfield – William Wallace a Smithfield – Bartholomew Priory – L’origine della fiera di Bartolomeo – St. Bartholomew diventa popolare tra i marinai – Vari occupanti di Smithfield – La generosità dei re inglesi verso St. Bartholomew – Una rissa religiosa – Gli impiegati parrocchiali di Londra a Smithfield – La corte di Pie-poudre.

Smithfield, o “Smoothfield”, per seguire la truederivazione, era dai primi tempi un luogo memorabile nella vecchia Londra. Bartholomew Fair, fondata durante il regno di Enrico II, nelle vicinanze del priorato e dell’ospedale fondato da Rayer, il degno giullare del re, portava ogni anno grandi folle di festaioli nello stesso luogo dove, nel crudele regno di Maria, perirono tante delle sue 277 vittime.Smithfield, nel regno dei primi Edwards, era un luogo prescelto per i tornei, e qui molte schegge furono scheggiate sulla corazza e sullo scudo, e molti colpi forti furono dati, finché l’armatura cedette o la spada si frantumò.

Nel 1374 Edoardo III., allora sessantaduenne, innamorato di Alice Pierce, tenne un torneo di sette giorni a Smithfield, per il suo divertimento. Lei sedeva accanto al vecchio, in una magnifica macchina, come la Signora del Sole, ed era seguita da un lungo corteo di cavalieri piumati, incuranti della vergogna, ognuno dei quali conduceva a briglia un bel cavallo, sul quale era montata una gaia donzella.

Nel 1390 quel giovane prodigo, Riccardo II, volendo rivaleggiare con le splendide feste e giostre date da Carlo di Francia, in occasione dell’entrata della sua consorte, Isabella di Baviera, a Parigi, invitò sessanta cavalieri a un torneo a Smithfield, che iniziava la domenica dopo il giorno di San Michele. Questo torneo fu proclamato dagli araldi in Inghilterra, Scozia, Hainault, Germania, Fiandre e Francia. La domenica era la festa degli sfidanti. Verso le tre del pomeriggio arrivava la processione dalla Torre: sessanta cavalieri spinati, in bardatura completa, ciascuno accompagnato da uno scudiero d’onore, e dopo di loro sessanta dame di rango, montate su cavalli da tiro, “molto elegantemente e riccamente vestite”, e ognuna conduceva con una catena d’argento un cavaliere, completamente armato per la steccatura, menestrelli e trombettieri che assistevano alla processione fino a Smithfield. Ogni sera c’era una magnifica cena per i cantori nel palazzo del vescovo, dove il re e la regina erano alloggiati, e le danze duravano fino all’alba. Il martedì il re Edoardo intratteneva i cavalieri e i cavalieri stranieri e la regina le dame. Il venerdì furono intrattenuti dal duca di Lancaster, e il sabato il re invitò tutti i cavalieri stranieri a Windsor.

Questo grande evento storico, la morte di WatTyler, lo abbiamo descritto altrove, ma è necessario qui toccarlo di nuovo. I suoi seguaci avevano torto, ma erano selvaggi e crudeli, e intossicati dall’omicidio e dal saccheggio.Avevano decapitato l’arcivescovo di Canterbury, e tenuto Londra nel terrore per sette giorni. Il comportamento insolente di WatTyler alla riunione di Smithfield (15 giugno 1381) allarmò molto gli amici del re. Si avvicinò a Riccardo, lanciando il suo pugnale in aria, e si azzardò persino a tenere la briglia del re. Walworth, nell’allarme del momento, conficcò la sua spada nella gola del rozzo ribelle, e nello stesso istante uno scudiero pugnalò Cat nel fianco. Fu allora che Riccardo II, coraggiosamente e con grande presenza di spirito, condusse i ribelli a Islington Fields, dove il sindaco e mille uomini li sparsero presto al vento.

Smithfield fu spesso scelta come scena di duelli medievali e di prove di battaglia. Il combattimento, nel regno di Enrico VI, tra il padrone e il prentice, che lo aveva accusato di tradimento, sarà ricordato da tutti i lettori di Shakespeare. La prova fu, forse, difficilmente provata in questo caso, poiché il povero armaiolo era stato riempito di liquore dai suoi amici troppo zelanti; ma c’è una consolazione, secondo il poeta, egli confessò il suo tradimento in punto di morte.

Smithfield era, un tempo, un luogo di tortura particolarmente apprezzato dai teologi. Qui quel gonzo di Achab, Enrico VIII, bruciò i poveri disgraziati che negavano la sua supremazia ecclesiastica; qui Maria bruciò i protestanti, e qui Elisabetta bruciò gli abattisti. Nel 1539 (Enrico VIII) Forest, un frate osservante, fu crudelmente bruciato a Smithfield, per aver negato la supremazia del re, le fiamme furono illuminate con “David Darvel Gatheren”, un’immagine idolatrica del Galles. Latimer predicò la pazienza al frate, mentre questi pendeva dalla vita e lottava per la vita. E qui, anche, fu bruciata Giovanna Boucher, la Pulzella di Kent, per qualche raffinatezza teologica sull’incarnazione di Cristo, Cranmer quasi costringendo Edoardo VI a firmare il mandato di morte della povera creatura. “Che cosa, mio signore!” disse Edoardo, volete che la mandi presto al diavolo, per un errore intrinseco? Perciò io porrò l’accusa su di voi, mio Signore Cranmer, davanti a Dio”.”

Degli ultimi momenti dei martiri di Smithfield, Foxe, il loro storico, ha lasciato una narrazione, così semplicemente raccontata, così pia nel tono, e così naturale in ogni dettaglio, da garantire la sua verità a tutti tranne che ai partigiani. Parlando di Roger Holland, un martire protestante, Foxe dice, con una certa esultanza:-“Il giorno in cui soffrirono fu fatto un proclama che nessuno doveva essere così audace da parlare o parlare con loro, o ricevere qualcosa da loro, o toccarli sotto pena di imprigionamento, senza alcuna cauzione o premio principale; con diverse altre parole crudeli e minacciose, contenute nello stesso proclama. Ciononostante il popolo gridava, chiedendo a Dio di rafforzarlo; ed essi, allo stesso modo, continuavano a pregare per il popolo e per la restaurazione della sua parola. Alla fine Ruggero, abbracciando il palo e le canne, disse queste parole: “Signore, ringrazia umilmente la Tua Maestà che mi hai chiamato dallo stato di morte alla luce della Tua parola celeste, e ora alla compagnia dei Tuoi santi, affinché io possa cantare e dire: Santo, santo, santo, Signore Dio degli eserciti! E Signore, nelle Tue mani affido il mio spirito. Signore, benedici questo tuo popolo e salvalo dall’idolatria”. E così finì la sua vita, guardando il cielo, pregando e lodando Dio, con il resto dei suoi compagni santi; per la cui gioiosa costanza il Signore è lodato.”

La fine di altri tre del santo esercito che Foxethus dà:-“E così questi tre uomini pii, JohnHallingdale, William Sparrow e Master Gibson, essendo così destinati al macello, furono, il dodicesimo giorno dopo la loro condanna (che era il 18 del suddetto mese di novembre 1557), bruciati a Smithfield a Londra. Ed essendo stati portati lì al rogo, dopo le loro preghiere, vi furono legati con catene, e fu loro appiccata della legna; e dopo la legna, il fuoco, nel quale furono circondati, e le fiamme ardenti consumarono le loro carni, alla fine consegnarono gloriosamente e gioiosamente le loro anime e le loro vite nelle sante mani del Signore, al cui consiglio e governo io ti affido, buon lettore. Amen.”

Dell’eroica morte di John Rogers, il protomartire nella persecuzione mariana, Foxe dà il seguente resoconto:-

“Dopo che John Rogers”, dice, “era stato imprigionato a lungo e duramente, alloggiato a Newgate tra i ladri, spesso esaminato e trattato molto male, e alla fine ingiustamente e crudelmente, da perfidi Winchester, condannato. Il 4 febbraio, A.D. 1555, essendo lunedì mattina, fu improvvisamente avvertito dalla moglie del custode di Newgate, di prepararsi al fuoco; il quale, essendo allora profondamente addormentato, a malapena riuscì a svegliarsi con molti sforzi. Alla fine, sollevato e svegliato, e invitato a fare in fretta, ‘Allora’, disse, ‘se è così non ho bisogno di legare i miei punti;’ e così si lavò prima da Bonner per essere degradato. Fatto questo, chiese a Bonner solo una petizione. E Bonner chiese quale dovesse essere: “Niente”, disse, “se non che potessi parlare qualche parola con mia moglie prima del mio rogo”. Ma questo non poteva essere ottenuto da lui. “Allora”, disse, “dichiari la sua carità, qual è”. E così fu portato a Smithfield da Mastro Chester e Mastro Woodroofe, allora sceriffi di Londra, per essere bruciato; dove mostrò la pazienza più costante, senza usare molte parole, perché non gli era permesso; ma solo esortando il popolo a rimanere costantemente nella fede e nella vera dottrina che egli aveva insegnato in precedenza e che essi avevano appreso, e per la conferma della quale non solo era contento di soffrire e sopportare tutte le amarezze e le crudeltà che gli erano state mostrate, ma anche di rinunciare con gioia alla sua vita e di dare la sua carne al fuoco che consuma, per la testimonianza della stessa.. . . La domenica prima di soffrire bevve al maestro Hooper, che si trovava allora sotto di lui, e li pregò di raccomandarglielo e di dirgli: “Non c’è mai stato un ragazzo che si sia attaccato a un uomo meglio di quanto si sia attaccato a lui”, presupponendo che dovessero essere bruciati entrambi insieme, anche se avvenne diversamente, perché il maestro Rogers fu bruciato da solo. . . Ora, quando giunse il momento in cui egli, consegnato agli sceriffi, doveva essere portato fuori da Newgate a Smithfield, il luogo della sua esecuzione, per primo venne da lui il maestro Woodroofe, uno dei suddetti sceriffi, e chiamando a sé il maestro Rogers, gli chiese se voleva revocare la sua abominevole dottrina e la sua cattiva opinione sul sacramento dell’altare. Il maestro Rogers rispose e disse: “Quello che ho predicato lo sigillerò con il mio sangue”. Allora”, disse il maestro Woodroofe, “tu sei un eretico”. Questo si saprà”, disse Rogers, “nel giorno del giudizio”. Ma io pregherò per te”, disse mastro Rogers; e così fu portato il giorno stesso, che era lunedì 4 febbraio, dagli sceriffi verso Smithfield, recitando il salmo “Miserere” lungo la strada, con tutta la gente che si rallegrava meravigliosamente della sua costanza, con grandi lodi e ringraziamenti a Dio. E lì, alla presenza di Master Rochester, Comptroller of the Queen’s Household, Sir Richard Southwell, entrambi gli sceriffi e un meraviglioso numero di persone, il fuoco gli fu appiccato; e quando ebbe preso possesso sia delle sue gambe che delle sue spalle, egli, come uno che non sente alcun male, lavò le mani nella fiamma come se fosse stato in acqua fredda. E, dopo aver alzato le mani al cielo, senza toglierle finché il fuoco divorante non le avesse consumate, questo felice martire consegnò il suo spirito nelle mani del suo Padre celeste. Poco prima di essere bruciato sul rogo, gli fu chiesto il perdono se avesse ritrattato, ma egli rifiutò categoricamente. Fu il primo martire di tutta la beata compagnia che soffrì al tempo della regina Maria, che diede la prima avventura sul fuoco. Sua moglie e i suoi figli, che erano undici, e dieci in grado di andare, e uno che succhiava il seno, lo incontrarono sulla strada mentre andava verso Smithfield. Questa vista dolorosa della sua stessa carne e del suo sangue non riuscì a smuoverlo; ma egli prese costantemente e allegramente la sua morte, con meravigliosa pazienza, nella difesa e nella lotta del Vangelo di Cristo.”

Il luogo prescelto per le esecuzioni prima di Tyburn era l’Elms, Smithfield, tra “il laghetto dei cavalli e il ruscello Turnmill”, che, secondo Stow, iniziò ad essere costruito durante il regno di Enrico V. Il patibolo sembra essere stato rimosso aTyburn verso il regno di Enrico IV. Al tempo di Stow non rimase nessuno degli antichi olmi. Qui fu giustiziato il coraggioso patriota scozzese e capo guerrigliero Sir William Wallace, la vigilia di San Bartolomeo del 1305. Dopo molte crudeli rappresaglie contro i soldati di Edoardo I, e molte vittorie, il vero patriota fu tradito da un amico e si arrese ai conquistatori. Fu trascinato dai cavalli dalla Torre, poi impiccato e, ancora cosciente, squartato. Qui perì ignominiosamente anche Mortimer, il crudele favorito della regina, l’assassino di suo marito, Edoardo II. Edoardo III, allora diciottenne, catturò il regicida Mortimer al castello di Nottingham, e fu impiccato all’Elms, il corpo rimase sulla forca, dice Stow, “per due giorni e due notti, per essere visto dal popolo.”

La storia del Priorato di Bartolomeo e della Fiera di Bartolomeo, così mirabilmente narrata dal signor Henry Morley, è un capitolo interessante della storia di Smithfield. Il priorato fu fondato da Rayer, un uomo che era stato giullare e maestro di baldoria di Enrico I, un monarca particolarmente superstizioso. Rayer fu convertito da una visione che ebbe durante un pellegrinaggio a Roma, dove era caduto gravemente malato. Nella sua visione Rayer fu portato su un luogo elevato da una bestia con quattro piedi e due ali, da cui vide la bocca del pozzo senza fondo. Ashe rimase lì, piangendo e tremando, un uomo di una bellezza maestosa, che si proclamava San Bartolomeo Apostolo, venne in suo soccorso. Thesaint disse che, per comune favore e per ordine del consiglio celeste, aveva scelto un luogo nei sobborghi di Londra dove Rayer avrebbe dovuto fondare una chiesa a suo nome. Sul costo non doveva dubitare di nulla; sarebbe stata la sua parte (San Bartolomeo) a provvedere al necessario.

Quando Rayer tornò a Londra, ne parlò ai suoi amici e ai baroni di Londra, e con il loro consiglio fece la sua richiesta al re, che subito la accolse, e la chiesa fu fondata all’inizio del dodicesimo secolo. Era un luogo poco promettente, anche se chiamato il Mercato del Re, quasi tutto palude e sporche torbiere, e sull’unica parte asciutta si trovava la gogna di Elms.Rayer, saggio nella sua generazione, ora fingeva di essere mezzo scemo, attirando insieme bambini e oziosi, per riempire la palude di pietre e spazzatura. Nonostante i suoi numerosi nemici, molti miracoli assistettero alla costruzione del nuovo priorato. Al Vespro, una luce apparve sul nuovo tetto; uno storpio recuperò l’uso delle sue membra all’altare; Rayer scoprì con una visione un libro corale che un ebreo aveva rubato; un ragazzo cieco recuperò la vista. Nel dodicesimo anno della sua prelatura Rayer ottenne dal re Enrico una carta molto ampia e il permesso di istituire una fiera di tre giorni nella festa di San Bartolomeo, proibendo a chiunque, tranne al priore, di imporre tasse ai frequentatori della fiera durante quei tre giorni. Bartholomew’s Fair non faceva eccezione alla regola.

Rayer, dopo essere stato testimone di infiniti miracoli, e aver mostrato un’invenzione molto credibile e una vera conoscenza della sua vecchia arte di giocoliere, morì nel 1143, lasciando un piccolo gregge di tredici monaci, che vivevano molto bene con le oblazioni dei ricchi londinesi. I miracoli continuarono molto bene. Il santo divenne il favorito dei marinai, e i marinai di una nave fiamminga, salvata dalle preghiere al santo di Smithfield, presentarono una nave d’argento al suo altare. Il santo apparve ad un marinaio su un naufragio, e condusse un mercante fiammingo naufragato a sbarcare in sicurezza.

Frammenti del vecchio priorato normanno di Rayerstill esistono ancora in Bartholomew Close, e il dimpassage chiamato Middlesex Passage. Quest’ultimo luogo è un frammento del vecchio priorato, sovrastato dal relitto della grande sala del priorato, ora rotto, diviso in piani e trasformato in una tabaccheria. Su ogni lato di questo passaggio si accede a porzioni separate della cripta. In una cripta ci sono archi normanni a sesto acuto sotto un alto soffitto a volta. L’ingresso alla cripta era una volta una discesa di venticinque piedi, fino a quando il pavimento fu rialzato per convenienza commerciale.C’è una tradizione che alla fine di questa lunga sala sotterranea c’era una porta che si apriva nella chiesa; ora il visitatore del santuario troverà solo, attraverso un vicolo, una porta e un pezzo di muro della chiesa racchiuso tra le fabbriche. L’attuale chiesa è il coro del vecchio priorato, e la navata è completamente sparita; l’ultima linea della piazza dei chiostri era stata trasformata in una stalla e abbattuta circa trenta anni fa. L’abside è spenta, e un muro di mattoni di base chiude quello spazio abbandonato. “A metà strada”, dice il signor Morley, “tra il capitello e la base dei pilastri di quell’oratorio della Vergine che un miracolo ha raccomandato una volta alla venerazione, ora si trova il pavimento della sagrestia della chiesa parrocchiale.”I muri e le navate ai lati della chiesa sono ancora quasi come quando i falsi miracoli e gli inganni di Rayer erano finiti, ed egli diede un ultimo sguardo alla grande opera della sua singolare vita, e la casa fu innalzata a Dio e alla vanità del costruttore. Le alte colonne aspiranti e i massicci, gli ornamenti a zig-zag dei primi Normanni, sono ancora come quando Rayer li guardava con trionfo artigianale.

Luogo dell’esecuzione a Old SMITHFIELD:

Il sito del priorato fu scelto con una saggezza truemminile. Il santo aveva incluso nei suoi desideri un pezzo del mercato del venerdì del re, e cavalli, buoi, pecore e maiali avrebbero tutti portato, in un modo o nell’altro, il grano all’onnivoro mulino monastico. Smithfield era già il grande mercato dei cavalli di Londra, come continuò ad essere per molti secoli. Il martedì grasso ogni scolaretto veniva qui a giocare a calcio; ed era anche la Rotten Row dei cavalieri del Medioevo. Era il grande Campo Marzio per le lotte di vergogna e i tilt. Era un terreno per le bocce e il tiro con l’arco; il ritrovo preferito di giocolieri, acrobati e costruttori di posture. Ci furono probabilmente, in tempi antichi, dice il signor Morley, due fiere di Bartolomeo, una tenuta a Smithfield e una all’interno dei confini del priorato. La vera fiera si teneva all’interno dei cancelli del priorato, e nel cortile della chiesa del priorato; dove, inoltre, in certe feste, i maestri di scuola portavano i loro ragazzi, per tenere in pubblico controversie logiche. La fiera del cortile della chiesa sembra essere stata fin dall’inizio principalmente una fiera di commercianti di stoffe e tessuti; e i cancelli erano chiusi a chiave ogni notte e sorvegliati per proteggere le cabine e le bancarelle.

LE “MANI E LE CUCITURE”. UN CASO DAVANTI AL TRIBUNALE DI PIE-POUDRE. (Da un disegno del 1811.)

I re inglesi non dimenticarono l’ospedale. Nel 1223 troviamo che il re Enrico III diede una vecchia quercia della foresta di Windsor come combustibile per gli infermi dell’ospedale di San Bartolomeo, la generosa concessione fu rinnovata ogni anno. Nel 1244 (Enrico III) si verificò una vergognosa rissa religiosa proprio alla porta del Priorato di West Smithfield. Bonifacio, l’arcivescovo di Canterbury, venne a visitare i frati di Rayer e fu ricevuto con una solenne processione. Il vescovo era piuttosto arrabbiato per lo stato, e disse ai canonici che non passava per onore, ma per visitarli come parte dei doveri del suo ufficio. I canonici, irritati dal suo orgoglio, risposero che avendo un vescovo colto per conto loro, non desideravano altre visite. L’arcivescovo, furioso per questo, colpì il sottopriore in faccia, gridando: “Davvero! Davvero! Si addice a voi traditori inglesi rispondere così a me?”. Poi, scoppiando di giuramenti, questo degno ecclesiastico cadde sullo sfortunato sottopriore, strappò il suo ricco piviale a brandelli, lo calpestò, e poi spinse chi lo indossava indietro con tale forza contro una colonna del coro da quasi ucciderlo. I canonici, allarmati da questo furioso assalto, tirarono l’arcivescovo sulla schiena, e così facendo scoprirono che era armato. Gli assistenti provinciali dell’arcivescovo, vedendo il loro padrone a terra, caddero a loro volta sui canonici di Smithfield, li picchiarono, strapparono i loro abiti e li calpestarono.I canonici corsero allora, coperti di sangue e di fango, al re, a Westminster, ma questi si rifiutò di interferire. I cittadini, ormai svegli, avrebbero suonato la campana comune e fatto a pezzi l’arcivescovo straniero, se non fosse fuggito oltre l’acqua a Lambeth. Lo chiamarono un ruffiano e un bruto crudele, e dissero che era avido di denaro, ignorante e strano, e, inoltre, aveva una moglie.

Le prime rappresentazioni di miracoli sembrano essere state spesso eseguite a Smithfield. Nel 1390 gli impiegati della parrocchia di Londra suonarono degli interludi nei campi al Pozzo di Skkinner, per tre giorni consecutivi per Riccardo II, la sua regina e la sua corte. Nel 1409 (Enrico IV) i chierici parrocchiali suonarono per otto giorni consecutivi Matter from the Creation of the World; dopo di che seguirono le giostre. In quei primi tempi i delegati dei sarti mercanti, con le loro misure d’argento, partecipavano alla Fiera di Bartolomeo, per provare le misure dei drappieri e degli abiti.

Dai primi tempi di cui c’è traccia, dice il signor Morley, dalle cui ampie reti emergono pochi fatti strani, la Corte di Pie-poudre, che ha giurisdizione sui reati commessi nella fiera, era tenuta dentro le porte del priorato, essendo il priore signore della fiera. Si teneva, infatti, fino all’ultimo, nelle vicinanze, a Cloth Fair. Dopo il 1445, la città pretese di essere signore della fiera insieme al priore, e quattro assessori furono sempre nominati come custodi della fiera e della Corte di Pie-poudre.

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