Il rapimento delle Sabine è una statua in marmo, forse una delle opere più famose tra quelle esposte nella Loggia dei Lanzi. L’autore è Giambologna, nome italiano di Jean de Boulogne (1529 – 1603), scultore fiammingo che lavorò in Italia, soprattutto a Firenze.

La statua è alta 4,10 metri e fu posta – insieme ad altri capolavori – nella Loggia dal Granduca Cosimo I. Il Granduca creò un museo all’aperto nello spazio dedicato – durante il periodo repubblicano – alle assemblee, per mostrarne la potenza e la fine di quell’esperienza.

L’opera raffigura una ragazza che cerca di liberarsi, mentre viene sollevata da un uomo ai cui piedi si trova un vecchio che si dispera. Rappresenta un episodio della storia romana antica, il Rapimento delle Sabine: Romolo, re e fondatore della città, rapì le donne sabine per gli uomini romani, per dar loro qualcuno con cui procreare.

L’opera rappresenta come quel momento fu violento e tragico. Tuttavia, la scultura ha anche un’altra definizione: Le tre età della vita. Infatti, l’uomo anziano è sopraffatto da un uomo, che tiene in braccio una ragazza, ancora più giovane di lui.

Quando lavorava a questa scultura, Giambologna, il grande maestro del manierismo, era lo scultore ufficiale dei Medici.

Per diversi anni, l’opera ha subito la continua esposizione agli agenti atmosferici. Gli studiosi stanno valutando un possibile trasferimento a Palazzo Vecchio o agli Uffizi.

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