Potremmo concludere che le componenti più frequentemente considerate nelle definizioni usuali di organizzazione sono di solito le seguenti:

a) Insiemi di individui e/o gruppi interrelati.
b) Definizione di obiettivi che si perseguono in modo intenzionale.
c) Specializzazione e differenziazione funzionale.
d) Coordinamento razionale e finalizzato.
e) Continuità temporale

Varie definizioni di organizzazione:

Weber (1922): L’organizzazione del lavoro è un “gruppo aziendale”, essendo questo “un rapporto sociale che è chiuso all’esterno o limitato da regole e disposizioni per l’ammissione di estranei. Questo obiettivo è raggiunto dal fatto che tali regole e ordini sono attuati attraverso l’azione di individui specifici, ad esempio un direttore o un manager, e un gruppo amministrativo.”

Mooney (1947): “… il termine “organizzazione” si riferisce a più che la struttura dell’edificio. Si riferisce a tutto il corpo, con tutte le sue funzioni correlate. Si riferisce a tutto il corpo, con tutte le sue funzioni correlate. Si riferisce alle funzioni che appaiono in azione; al polso e al battito stesso del cuore; alla circolazione e alla respirazione; al movimento vitale, per così dire, dell’unità organizzata. Si riferisce alla coordinazione di tutti questi fattori mentre collaborano per il fine comune.”

Simon (1952): “… un sistema di attività interdipendenti che abbraccia almeno diversi gruppi primari e generalmente caratterizzato a livello della coscienza dei partecipanti da un alto grado di direzione del comportamento verso fini che sono oggetto di conoscenza comune.

Argyris (1957): “Le organizzazioni formali si basano su certi principi, come la specializzazione dei compiti, la catena di comando, l’unità di direzione e la razionalità”.

Barnard (1959): “… un’organizzazione essenziale,… è un sistema di attività o forze consapevolmente coordinate di due o più persone.”

Porter, Lawler & Hackman (1975): “Le organizzazioni sono composte da individui o gruppi al fine di raggiungere determinati scopi e obiettivi, per mezzo di funzioni differenziate che si intendono coordinate e dirette razionalmente e con una certa continuità nel tempo”

Diaz de Quijano (1993): “Formazioni sociali complesse e plurali, composte da individui e gruppi, con confini relativamente fissi e identificabili, che costituiscono un sistema di ruoli, coordinati attraverso un sistema di autorità e comunicazione e articolati da un sistema di significati condivisi per integrare il sistema e raggiungere obiettivi e fini. Questi obiettivi, o il modo per raggiungerli, non sono sempre accettati da tutti i membri, quindi devono essere negoziati o imposti, il che rende possibile comprendere le organizzazioni come coalizioni di potere in lotta, a volte su come raggiungere gli obiettivi e a volte sulla definizione degli obiettivi stessi. Di durata relativamente stabile e continua, queste formazioni sociali sono immerse in un ambiente con il quale mantengono relazioni reciproche di influenza.

Si potrebbe dire di queste definizioni :
1. Questo di per sé non è né buono né cattivo, è semplicemente consonante con le correnti dominanti al momento attuale e nel passato relativamente lungo.
2. Sono anche consonanti, sebbene fortuitamente, con il significato etimologico del termine organizzazione.
3. Essi definiscono l’organizzazione non per ciò che è ma per ciò che contiene o per ciò che la forma, per ciò a cui serve, per gli elementi che appaiono nella sua fenomenologia, per la sua durata temporale.

Testo originale: http://ciclog.blogspot.mx/2011/09/7-definiciones-de-organizacion.html

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